avv. Eugenio Plazzotta

19/11/2020

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Il Decreto Legislativo 231/01 e il contrabbando doganale

Il D. Lgs. 75/2020, che ha dato attuazione nell’ordinamento italiano alla c.d. Direttiva P.I.F., relativa alla lotta contro le frodi che ledono gli interessi finanziari dell’Unione (2017/1371), ha portato all’inserimento nel Decreto Legislativo 231/2001 dei reati di contrabbando doganale, oltre a introdurre alcune modifiche alla disciplina delle violazioni doganali contenuta nel D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43, T.U. Doganale.

Premessa. Il diritto doganale: I dazi doganali rappresentano una risorsa propria dell’Unione Europea e confluiscono nel bilancio unitario, ad esclusione di una percentuale del 25% che viene trattenuta dallo Stato di entrata delle merci a copertura delle spese di riscossione.

Si considerano “diritti doganali” tutti quei diritti che la dogana è tenuta a riscuotere in forza di una legge, in relazione alle operazioni doganali. Fra i diritti doganali costituiscono “diritti di confine” 1) i dazi di importazione e quelli di esportazione, 2) i prelievi e le altre imposizioni all’importazione o all’esportazione previsti dai regolamenti comunitari e dalle relative norme di applicazione, 3) oltre, per quanto concerne le merci in importazione, i diritti di monopolio, le sovrimposte di confine ed ogni altra imposta o sovrimposta di consumo a favore dello Stato.

L’Unione doganale dell’UE: L’UE agevola gli scambi commerciali per le imprese, armonizza i dazi doganali sui beni provenienti dai paesi extra UE e contribuisce a proteggere i cittadini, gli animali e l’ambiente europei. Nell’unione doganale le autorità doganali di tutti i paesi dell’UE collaborano come se fossero un’unica entità. Applicano le stesse tariffe alle merci importate nel loro territorio dal resto del mondo, mentre non applicano tariffe fra di loro.

Ciò comporta non si applicano dazi doganali alle merci trasportate da uno Stato membro all’altro. Il dazio doganale proveniente dalle merci importate nell’UE corrisponde a circa il 14% del bilancio totale dell’UE e rientra nelle risorse proprie tradizionali”.

I controlli doganali alle frontiere esterne dell’UE tutelano i consumatori dalle merci e dai prodotti potenzialmente pericolosi o nocivi per la salute. Proteggono gli animali e l’ambiente contrastando il commercio illegale di specie a rischio di estinzione e prevenendo malattie vegetali e animali.

Le autorità doganali collaborano con servizi di politica e immigrazione nella lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo. Combattono i traffici di esseri umani, droga, armi e merci contraffatte e verificano che chi viaggia con ingenti somme in contanti non stia riciclando denaro, evadendo il fisco o finanziando organizzazioni criminali.

Le dogane dell’UE lottano anche contro le frodi fiscali e sui dazi doganali da parte di imprese e privati cittadini, che privano i governi nazionali di risorse vitali per la spesa pubblica (Fonte: Unione Europea).

Il contrabbando: Il contrabbando consiste nella condotta di chi introduce nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni in materia doganale, merci che sono sottoposte ai diritti di confine.

Il D. Lgs. 75/2020 di recepimento della direttiva PIF è intervenuto 1) riducendo le ipotesi di depenalizzazione, già previste in precedenza dal D. Lgs. 8/2016, limitate alle condotte di contrabbando semplice, quando i diritti di confine dovuti siano inferiori o uguali alla soglia di 10.000,00 euro 2) prevedendo un inasprimento per i delitti di contrabbando più gravi.

Il contrabbando nel D. Lgs. 231/01: il decreto di attuazione ha aggiunto al D. Lgs. 231/01 l’art. 25 sexiesdecies, che prevede in relazione alla commissione dei reati di contrabbando disciplinati dal T.U. Doganale di cui al D.P.R. 43/73 la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e quindi l’applicazione di sanzioni pecuniarie e interdittive.