avv. Eugenio Plazzotta

17/11/2020

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La direttiva PIF e le modifiche al sistema penale e alla 231

Il Decreto legislativo 14 luglio 2020, n. 75 ha adeguato la disciplina penale italiana alla direttiva (UE) 2017/1371 del 5 luglio 2017, in tema di lotta contro la frode che leda gli interessi finanziari dell’Unione (c.d. “direttiva PIF” – direttiva per la protezione interessi finanziari).

La direttiva sostituisce e aggiorna la precedente Convenzione PIF, già recepita nel nostro ordinamento con l. 300/2000.

Tra le novità del decreto, di rilievo sono

  • l’inasprimento delle pene per alcuni reati del Codice Penale (artt. 316, 316-ter, 319-quater) quando dalla commissione degli stessi derivi una lesione degli interessi finanziari dell’Unione europea e l’estensione dell’area di punibilità di altri reati (artt. 322-bis, 640), per ricomprendervi fatti offensivi dei medesimi interessi;

  • l’intervento sul D. Lgs. 74/2000, in relazione ai delitti dichiarativi di cui agli artt. 2, 3 e 4, per i quali è prevista la punibilità a titolo tentativo (precedentemente esclusa dall’art. 6, cui è ora aggiunto un comma 1-bis), nell’ipotesi di atti compiuti anche nel territorio di un altro Stato membro all’interno dell’Unione Europea e finalizzati all’evasione dell’IVA per un valore non inferiore ai dieci milioni di euro;

  • in tema di elusione dei diritti doganali, il ripristino (dopo la depenalizzazione attuata con il D. Lgs. 8/2016) delle sanzioni penali per il reato di contrabbando quando gli importi evasi sono superiori a diecimila euro e l’introduzione, quale aggravante del reato di contrabbando, dell’ipotesi in cui l’ammontare dei diritti non pagati sia superiore a centomila euro.

Il Decreto interviene anche sul D. Lgs. 231, con l’inserimento nel novero dei reati presupposto, anche dei delitti di frode nelle pubbliche forniture, di frode in agricolture, di contrabbando, di alcuni delitti contro la pubblica amministrazione (peculato, artt. 314 e 316; abuso d’ufficio, art. 323) nei casi in cui da essi derivi un danno agli interessi finanziari dell’Unione europea, nonché alcuni reati tributari non ricompresi nella recente riforma (l. 157/2019), cioè i delitti di dichiarazione infedele, di omessa dichiarazione e di indebita compensazione, purché rientranti nell’ambito di applicazione della direttiva.

Obiettivi della direttiva PIF sono l’armonizzazione del diritto penale degli Stati membri per i tipi di condotte fraudolente più gravi nel settore finanziario e la tutela degli interessi finanziari dell’Unione; l’adozione delle misure contenute nel Decreto Legislativo 75/2020 evidenzia inoltre la ferma volontà del legislatore italiano di contrastare l’evasione fiscale e le frodi in ambito tributario.