Con la pubblicazione sulla G.U. del 19 ottobre 2020, n. 259 della delibera dell’Antitrust dello scorso 28 luglio è entrato in vigore il nuovo regolamento attuativo in materia di rating di legalità.
Le modifiche apportate al precedente testo del regolamento, già in vigore dal 2018, hanno riguardato
l’estensione dell’ambito di applicazione dell’istituto tramite l’accesso al rating anche ai soggetti iscritti soltanto al R.E.A. – Repertorio Economico e Amministrativo,
l’ampliamento dei requisiti per l’attribuzione del rating di legalità, sia dal punto di vista soggettivo (vengono ricompresi tra i soggetti rilevanti anche gli amministratori della società controllante o della società o dell’ente che esercita attività di direzione e coordinamento sulla società che richiede il rating), sia da quello oggettivo (tra i reati ostativi al rilascio del rating, si aggiungono quelli di usura, di trasferimento fraudolento di valori e di bancarotta fraudolenta).
Il Rating di legalità: il rating di legalità è uno strumento sviluppato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), in accordo con il Ministero degli Interni e con il Ministero della Giustizia, che riconosce premialità all’azienda che opera secondo principi di legalità, trasparenza e responsabilità sociale.
L’attestazione di legalità rilasciata dall’AGCM consente all’azienda che lo richiede, avendone i requisiti, di ottenere importanti benefici in termini di maggiori opportunità di vincere bandi di gara e ottenere finanziamenti pubblici, di facilitazione dell’accesso al credito in termini di minori tempi, costi di istruttoria e migliori condizioni, di aumento della trasparenza e della reputazione dell’azienda sul mercato.
Il MOG 231: Per l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, resta comunque centrale la rilevanza, per il conseguimento e il successivo mantenimento del rating di legalità da parte dell’azienda, del requisito dell’adozione e efficace attuazione di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/01, insieme ad altri requisiti quali l’utilizzo di sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per somme di importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge; l’adesione ai protocolli o alle intese di legalità finalizzati a prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale, sottoscritti dal Ministero dell’interno o dalle Prefetture con associazioni imprenditoriali e di categoria; l’adozione di Politiche di Responsabilità Sociale con l’acquisizione di indici di sostenibilità; l’iscrizione nelle white list di fornitori, prestatori d’opera ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa istituiti ai sensi delle vigenti disposizioni di legge; l’adozione di modelli organizzativi di prevenzione e di contrasto della corruzione.
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